Targhe e libretti storici, il Ministero dei Trasporti conferma la question time: «A breve pubblicheremo il decreto attuativo». I costi? 300 euro per un’auto e 150 euro per le moto
La risposta data in questi giorni dal viceministro Alessandro Morelli all’on. Giovanni Tombolato della Commissione Trasporti della Camera, estensore della norma che ha rinnovellato l’art. 93 del Codice della Strada che permette il recupero delle targhe di prima immatricolazione per i veicoli storici, circa l’inspiegabile ritardo nell’adozione del decreto attuativo (peraltro già scritto dai tecnici del Mit), riferisce di tempi ormai stretti per ottenere l’avvio della concessione.
Secondo il viceministro, “i tempi di attesa sono ormai terminati e dopo gli ultimi contatti con il Poligrafico il decreto attuativo, al netto di alcuni dettagli tecnici che devono essere chiariti dallo stesso Poligrafico dello Stato, è in via di pubblicazione, forse già entro l’estate”. L’attesa quindi sarebbe ancora limitata a pochi mesi, se non solo di settimane.
L’interrogazione dell’on. Tombolato si basava sulla constatazione di come a distanza di oltre un anno, non sia ancora stato emanato il necessario decreto dirigenziale del Ministero che stabilisce costi, criteri e modalità di rilascio delle targhe da parte delle Motorizzazioni. “La norma definisce già le modalità per ottenere le targhe e i libretti dell’epoca di prima immatricolazione dei mezzi, ma il Mit deve pronunciarsi su costi, procedure e tempistiche” come spiega Giovanni Tombolato.
Nella sua risposta, il viceministro Morelli ha specificato il percorso della norma, spiegando che “il 22 aprile 2021, la Direzione Generale per la Motorizzazione aveva chiesto all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – in qualità di responsabile della produzione delle targhe in quanto carte valori – di esprimersi in ordine alla fattibilità di riprodurre targhe e libretti di circolazione per i veicoli di interesse storico e collezionistico e di farne conoscere i relativi costi. Il successivo 21 ottobre, l’Istituto comunicava di poter assicurare la realizzazione delle targhe richieste utilizzando l’alluminio come materiale di composizione dei cosiddetti ‘piatti’ per le targhe storiche, al prezzo di 300 euro per le auto e di 150 euro per le moto”.In sostanza, problemi di natura tecnica (nello specifico si aveva parlato della captazione dei fumi nocivi per lo stampaggio a caldo delle targhe in plastica o resina, in grado anche di sviluppare diossine) aveva fatto consigliare l’esecuzione di targhe “storiche” in solo lamierino di alluminio stampato a freddo. Ma considerato che lo spirito della norma era di rendere il veicolo quanto più conforme all’originale, prevedendo l’uso di materiali e di scritte originarie della targa storica, “gli uffici del Ministero hanno chiesto nuovamente all’Istituto la fattibilità e il prezzo di targhe realizzate con materiali compatibili con la tipologia e la natura delle targhe storiche” ha spiegato il Viceministro accennando anche a un’esigenza di carattere filologico con materiali e grafiche coeve alla vetustà dei mezzi.Così il 18 marzo 2022, il Poligrafico ha comunicato al Mit la disponibilità a realizzare quanto richiesto in plastica termoformata, “segnalando tuttavia di non disporre dei prototipi di targhe prodotte prima dell’anno 1971 e richiedendo pertanto la fornitura di prototipi o documentazione fotografica che ne consentano la riproduzione”. La Direzione generale per la Motorizzazione, su indicazione dello stesso Viceministro Alessandro Morelli si è quindi attivata per reperire ogni utile documento storico, normativo e fotografico così da fornire al Poligrafico il necessario supporto. “Una volta completata tale attività di ricerca che ad oggi pare ormai compiuta e ottenuto il visto di congruità da parte dei competenti uffici del Ministero dell’Economia e delle Finanze sui prezzi di vendita delle targhe, sarà tempestivamente adottato il decreto dirigenziale che darà concreto avvio alla procedura” ha quindi concluso nel question time Alessandro Morelli.Tombolato stima che all’anno il Ministero potrebbe affrontare tramite le Motorizzazioni locali almeno 5mila richieste di ristampe di targhe, con ovviamente importanti ricadute anche in termini di introiti di erario per le casse dello Stato.
Articolo scritto da Roberto Manieri per Ruote classiche https://ruoteclassiche.quattroruote.it/targhe-storiche-prezzo-e-tempi
In questo video mostrerò come sostituire il telo della capote (cappotta tettuccio apribile) di una Fiat 500 d’epoca
In questo video mostrerò come sostituire smontare e restaurare il deflettore – i deflettori di una Fiat 500 d’epoca
Fiat 500 d’epoca: Porte a vento o controvento? Facciamo chiarezza!
Ciao! Il volante della tua Fiat 500 epoca ha delle crepe e non sai come ripararle? Guarda il mio video!
Si profila all’orizzonte un altro balzello per le quattro ruote. Riguarderà i veicoli storici, per questo l’ASI, Automotoclub Storico Italiano, è scesa subito in campo per opporsi ad una manovra che potrebbe danneggiare l’intero settore.
È stato appena presentato un emendamento per il disegno di legge di conversione del Decreto Fiscale, che chiede l’abolizione dell’agevolazione fiscale per i veicoli che hanno ottenuto e riportato a libretto il certificato d’interesse storico e collezionistico, in particolare quelli con età compresa fra 20 e 29 anni. Attualmente, questi veicoli pagano l’imposta ridotta del 50% come forma di tutela che facilita la loro conservazione ed evita la loro rottamazione o la vendita all’estero.
Con la benzina a due euro al litro, parcheggi sempre più cari, assicurazioni che dopo il Covid torneranno a salire, possibile che sia di nuovo l’auto a dover essere colpita?
Ecco i contenuti della bozza di emendamento:
“A decorrere dal 1º gennaio 2022, all’articolo 63 della legge 21 novembre 2000, n. 342, sono apportate le seguenti modificazioni: a) il comma 1-bis è abrogato; b) al comma 1-ter sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: “e fino all’anno 2021”:
Il comma 1-bis, per estrema chiarezza, è questo:
1-bis. Gli autoveicoli e motoveicoli di interesse storico e collezionistico con anzianità di immatricolazione compresa tra i venti e i ventinove anni, se in possesso del certificato di rilevanza storica di cui all’articolo 4 del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti 17 dicembre 2009, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010, rilasciato dagli enti di cui al comma 4 dell’articolo 60 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n.285, e qualora tale riconoscimento di storicità sia riportato sulla carta di circolazione, sono assoggettati al pagamento della tassa automobilistica con una riduzione pari al 50 per cento.”
Si tratta di un provvedimento che metterebbe in difficoltà un settore già provato dalla pandemia e che, invece, andrebbe incentivato come eccellenza del “made in Italy”. Secondo l’analisi dell’Automotoclub Storico Italiano, con il Covid il settore ha perso oltre mezzo miliardo di euro. Il 75% di questo valore – pari a 375 milioni di euro – si riferisce agli operatori professionali come artigiani, commercianti, micro e piccole imprese che si occupano di gestione, manutenzione, restauro e produzione di parti specifiche per i veicoli storici: attività che in regime di “lockdown” avevano ridotto del 70% la loro operatività.
“L’emendamento potrebbe avere effetti gravissimi nel settore – spiega il presidente dell’ASI, Alberto Scuro – e non solo sul piano economico. Si andrebbe anche a minare il valore culturale, attuale e futuro, di questi veicoli. Se la preoccupazione è che gli autoveicoli che godono della tutela fiscale (per una legge introdotta tre anni e ormai a regime) siano troppi, la si può facilmente smentire: in base ai dati della Motorizzazione al 2 novembre 2021, sono in tutto 66.050. Cioè lo 0,14% dei 47.564.572 autoveicoli circolanti in Italia e l’1,12% dei 5.908.824 autoveicoli ventennali. Aggiungo che, oltre ad essere pochi, hanno chilometraggi annui bassissimi (1.000 chilometri circa) e che l’inquinamento da loro prodotto è assolutamente residuale. Andando a punire questa esigua minoranza di veicoli, i benefici per lo Stato sarebbero inconsistenti e si andrebbe a compromettere l’intera filiera professionale, si incentiverebbe la dispersione del nostro patrimonio e si spegnerebbero le prospettive occupazionali per molti giovani. Per il nostro Paese le perdite sarebbero decisamente superiori alle possibili entrate. ASI farà tutto il possibile affinché tale emendamento non venga convertito in legge e per illustrare in maniera dettagliata il panorama del motorismo storico nazionale. Incentiviamo la mobilità green ma senza distruggere il passato
Fonte: https://www.asifed.it/auto-ancora-sotto-attacco-asi-no-alla-stangata-sulle-storiche/
hai plastica ingiallita? In questo video vi farò vedere un rimedio per sbiancare le plastiche
<iframe width=”560″ height=”315″ src=”https://www.youtube.com/embed/VliUqkvjnG4″ title=”YouTube video player” frameborder=”0″ allow=”accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture” allowfullscreen></iframe>
Ci sono delle automobili che si dimostrano “compagne fedeli” per tutta la vita. E’ il caso della Fiat 500 Giardiniera, color grigio acciaio, che il signor Emilio Zumerle aveva acquistato nel lontano 1967 per soddisfare le necessità di trasporto al mercato dei suoi prodotti ortofrutticoli. Unico proprietario di questa “station wagon” ante litteram l’ha utilizzata con piena soddisfazione fino al momento della sua scomparsa avvenuta nel 2016 alla veneranda età di 104 anni. Tra l’altro, l’arzillo ultracentenario è stato il guidatore più anziano d’Europa, avendo rinnovato la patente proprio nel 2016.
Negli ultimi anni il signor Zumerle utilizzava la sua fedele 500 con regolarità, per caricare la spesa, andare a pescare, o per acquistare il necessario per la cura del suo piccolo orto che ancora coltivava con passione. Purtroppo, per mancanza di spazio, il figlio Fausto, seppure a malincuore, ha dovuto mettere in vendita la bella Giardiniera. Così pochi giorni fa una delegazione del sodalizio dedicato alla “mamma” di tutte le citycar ha raggiunto Montorio Veronese per la missione di “salvataggio”.
Alessandro Vinotti, ha deciso quindi di acquistarla per condividere la sua passione con la propria famiglia: “Era da tempo che cercavo una 500 Giardiniera, e questa ha una storia che mi ha toccato. Mi piace l’idea di portare avanti la vita di questa 500, e lo farò onorando Emilio, conservando la sua auto e utilizzandola ai raduni del club nei quali potrò raccontare la sua storia”. Un po’ di commozione ha accompagnato la consegna dell’auto da parte del signor Fausto Zumerle al nuovo proprietario, felice però che la Giardiniera tanto amata dal padre abbia trovato una nuova casa dove sarà ben voluta e coccolata.
“L’auto verrà anche esposta al Museo Multimediale della 500 “Dante Giacosa” di Garlenda. Le auto esposte al Dante Giacosa non solo raccontano uno spaccato dell’Italia, ma anche molte storie dei soci che con generosità prestano le vetture per le esposizioni temporanee. La macchina di Emilio è un grande esempio di affetto e averla a Garlenda per me sarà un onore, avendo conosciuto l’anziano in molte occasioni e avendo sviluppato per lui e per la sua famiglia un grande sentimento di amicizia e stima”.
Tratto di Repubblica.it