Spesso mi scrivete dicendomi “Ciao Marianna, ho una Fiat 500 d’epoca…” e per “d’epoca” intendete una auto appartenente ad un’altra epoca. Ma purtroppo devo deludervi: auto d’epoca e auto storica non sono sinonimi, non sono la stessa cosa e questo articolo è per fare chiarezza sulla differenza esistente.
Auto d’epoca: cosa sono, quali sono i requisiti per definirla tale
Secondo quanto scritto, si definisce auto d’epoca una vettura prodotta almeno 30 anni prima (fa fede l’anno di costruzione) che non ha i requisiti minimi che le permettono di circolare su strada e che non è iscritta al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
Secondo la normativa di riferimento contenuta nell’Art.60 del Codice della Strada, “rientrano nella categoria dei veicoli d’epoca i motoveicoli e gli autoveicoli cancellati dal P.R.A. perché destinati alla loro conservazione in musei o locali pubblici e privati, ai fini della salvaguardia delle originarie caratteristiche tecniche specifiche della casa costruttrice, e che non siano adeguati nei requisiti, nei dispositivi e negli equipaggiamenti alle vigenti prescrizioni stabilite per l’ammissione alla circolazione. Tali veicoli sono iscritti in apposito elenco presso il Centro storico del Dipartimento per i trasporti terrestri.”
I veicoli d’epoca sono soggetti alle seguenti disposizioni:
a) la loro circolazione può essere consentita soltanto in occasione di apposite manifestazioni o raduni autorizzati, limitatamente all’àmbito della località e degli itinerari di svolgimento delle manifestazioni o raduni. All’uopo i veicoli, per poter circolare, devono essere provvisti di una particolare autorizzazione rilasciata dal competente ufficio del Dipartimento per i trasporti terrestri nella cui circoscrizione è compresa la località sede della manifestazione o del raduno ed al quale sia stato preventivamente presentato, da parte dell’ente organizzatore, l’elenco particolareggiato dei veicoli partecipanti. Nella autorizzazione sono indicati la validità della stessa, i percorsi stabiliti e la velocità massima consentita in relazione alla garanzia di sicurezza offerta dal tipo di veicolo;
Per quanto riguarda invece le “auto storiche” rientrano nella categoria dei motoveicoli e autoveicoli di interesse storico e collezionistico tutti quelli di cui risulti l’iscrizione in uno dei seguenti registri: ASI, Storico Lancia, Italiano FIAT, Italiano Alfa Romeo, Storico FMI.
Quindi sono veicoli di interesse storico o collezionistico che possono circolare liberamente sulle strade purché posseggano i requisiti previsti (revisione, documentazione, targhe ecc)
È di fondamentale importanza richiedere anche l’attestato di “datazione e storicità” che però, secondo quanto viene stabilito dall’articolo 215, si può richiedere solo quando tutti i componenti della vettura sono originali, gli interni sono ben conservati e intatti e il motore è funzionante.
Attenzione: non tutte le auto dai 30 ai 39 anni sono di interesse storico!
Il criterio del tempo non è sufficiente, sono infatti da considerarsi tali le auto che rientrano nella lista ACI delle auto storiche dai 20 ai 39 anni di anzianità. Tutte le auto dai 40 in poi sono da considerarsi auto storiche a prescindere dalla presenza o meno nella lista ACI.
Chiunque circoli con veicoli d’epoca senza l’autorizzazione prevista dal comma 3, ovvero con veicoli di cui al comma 5 sprovvisti dei requisiti previsti per questo tipo di veicoli dal regolamento, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 87 a € 345 se si tratta di autoveicoli, o da € 42 a € 173 se si tratta di motoveicoli.